Uno degli errori più comuni in cui può imbattersi chi non è esperto di tricologia, è quello di confondere la micropigmentazione dei capelli con il tatuaggio tradizionale. Quest’ultimo può anche essere realizzato sul cuoio capelluto, ma il suo scopo è puramente decorativo ed artistico. La micropigmentazione tricologica invece, che viene svolta con apposite teniche, ha il fine di contrastare gli inestetismi dovuti a calvizie, diradamenti o cicatrici.capelli tatuati

Tralasciando le altre tecniche di micropigmentazione generica che vengono utilizzate per migliorare prevalentemente alcune zone del corpo, come sopracciglia, labbra e capezzoli; attraverso la tricopigmentazione è possibile eliminare definitivamente l’inestetismo causato dalla perdita dei capelli. La tricopigmentazione garantisce una perfetta ricostruzione estetica delle zone diradate o glabre; indipendentemente dalla loro entità ed estensione, donando un naturale effetto rasato o di infoltimento a capello lungo, attraverso la pigmentazione del cuoio capelluto. Questa metodica che a volte erroneamente viene denominata tatuaggio per capelli consiste nell’introduzione nel derma superficiale, attraverso uno strumento di precisione, di pigmenti biocompatibili e bioriassorbibili, con il fine di ricreare sul cuoio capelluto un naturale effetto rasato o di maggiore infoltimento.

Il classico tatuaggio, invece, è una tecnica di pura funzione decorativa del corpo. Esso esiste da centinaia di anni in tutte le culture e porta con sé un significato ben preciso; religioso, sociale, estetico, ecc., a seconda del contesto. Nella sua forma più diffusa, questa tecnica consiste nell’incidere il derma ritardandone la cicatrizzazione con sostanze specifiche; oppure nell’eseguire punture con l’introduzione di sostanze coloranti nelle ferite.

Tecniche, Strumenti e Competenze: differenze tra Tricopigmentazione e tatuaggio classico

tattoo capelli

La prima evidente differenza tra tricopigmentazione e tatuaggio consiste nella durata (temporanea nel primo caso, permanente nel secondo) e più precisamente nella natura del pigmento usato: i pigmenti utilizzati per la tricopigmentazione sono semipermanenti il più delle volte, mentre quelli del tatuaggio decorativo sono indelebili o permanenti. Questi ultimi, a causa della loro particolare composizione chimica, tendono nel tempo, ad assumere una colorazione sbiadita, nonché ad “espandere” il punto, rendendolo poco naturale.

Le altre differenze riguardano la profondità di deposito del pigmento (maggiore nel tatuaggio); la strumentazione utilizzata (l’ago usato per il tatuaggio classico è più spesso e lungo) e il percorso di formazione dell’operatore. Il tricopigmentista è un operatore professionale opportunamente formato secondo tali specifiche tecniche, utilizzando strumenti appositi in maniera non invasiva e con elevata tolleranza cutanea. A differenza di quelle del tatuatore classico, le attrezzature per tricopigmentazione permettono di operare su un tessuto delicato quale il cuoio capelluto, ad una profondità che non deve scendere oltre lo strato superficiale del derma, e soprattutto senza causare stress e traumi nelle zone trattate, grazie all’utilizzo di aghi molto sottili, specifici per tali procedure.