La tricopigmentazione, da molti definita come la migliore tecnica non chirurgica per porre rimedio ai problemi di calvizie, ha diversi campi di applicazione. Per poter eseguire questa tecnica in maniera appropriata è innanzitutto necessaria un incontro preliminare con il tricopigmentista, al fine di studiare il singolo caso e capire in che modo intervenire.

Attraverso questo metodo di tatuaggio per capelli è possibile:

  • coprire le cicatrici dovute ad incidenti o a trapianti di capelli
  • creare un naturale effetto rasato (soluzione ideale per chi ha la costanza di portare una capigliatura di pochi millimetri)
  • rinfoltire i capelli diradati.

In relazione a quest’ultimo campo di applicazione, a volte si sente parlare di tricopigmentazione effetto densità. Questo proprio perché questo rimedio per infoltire i capelli è l’ideale per nascondere i diradamenti, le trasparenze e le discromie tra cute e capelli. L’obiettivo è creare un effetto di copertura per chi preferisce mantenere i capelli più lunghi; riducendo le trasparenze ed i contrasti che si hanno fra cute e capelli quando si ha un diradamento, con estrema naturalezza.

Se non si hanno aspettative troppo alte e se si parte dall’idea che non sarà possibile ricreare perfettamente una folta chioma, questa tecnica di tricopigmentazione rappresenta ad oggi il miglior compromesso raggiungibile.

Effetto densità per infoltire i capelli

Il metodo di tricopigmentazione effetto densità è quindi adatta nei seguenti casi:Infoltire capelli
– perdita di capelli o loro assottigliamento generalizzato in tutte le aree del cuoio capelluto. Questo non permette di avere una zona donatrice sufficiente per eseguire un trapianto, mentre la tricopigmentazione interviene efficacemente ridonando un aspetto naturale e folto.

– perdita di capelli su aree molto estese (Grado 5-7 della Scala Norwood), difficili da infoltire adeguatamente solo con trattamento chirurgico. Anche in questo caso la tricopigmentazione interviene efficacemente per donare un effetto folto sulle zone trattate con un trapianto.

Molti potrebbero avere comunque dei dubbi sul fatto che questa tecnica per rinfoltire i capelli possa avere effetti collaterali sul resto della capigliatura e in particolare sui bulbi piliferi; a tal fine è bene sottolineare che i bulbi piliferi già presenti in sede di trattamento non possono subire alcun danno conseguente la tricopigmentazione.

Il rilascio di pigmento avviene in uno strato dermico al di sopra del posizionamento anatomico del bulbo pilifero. Al contrario, in tutta l’area di trattamento avviene un apporto benefico, poiché l’iperemia che si viene a determinare, cioè maggior richiamo di flusso ematico può migliorare le condizioni di nutrizione di tutti i bulbi piliferi presenti localmente, sia che essi siano in stato di buona salute che in stato di atrofia.